Le STARTUP italiane crescono in numero, ma non riescono a fare il salto di qualità.
Gli investimenti nelle società innovative non si arrestano neppure con il Covid, ma restano briciole rispetto ai competitor europei. Nonostante qualche segnale di dinamismo e i milioni del Governo, il sistema dell'innovazione rischia di impantanarsi a metà del guado tra le belle speranze e il diventare un asse portante della nostra politica industriale.
Con l'accelerazione digitale scaturita dalla pandemia, l'impressione è che se non si prenderà questo treno - sfruttando i denari in arrivo con il Recovery Fund per il trasferimento tecnologico, la transizione energetica e la sostenibilità ambientale - rischieremo di vedere sempre più founder italiani andare a seminare le loro idee all'estero, in terreni più fertili.
Un bel pezzo uscito su Repubblica a inizio mese (eccolo qui) traccia un quadro approfondito della situazione delle startup in Italia, chiamando in causa anche PoliHub -Innovation Park & Startup Accelerator del Politecnico di Milano e l'associazione degli incubatori universitari PNICube.